lunedì 15 gennaio 2007

011 Alessandra Bonoli: Menhir


"Menhir" è il titolo dell'installazione realizzata da Alessandra Bonoli quale terzo appuntamento con la rassegna "Xeno: sosta nel contemporaneo" nella ex chiesa di S. Nicolò, area Cancelleria Vecchia a Cormòns.
L'artista ha sempre sentito l’esigenza di indagare il “dentro” e il “fuori” delle cose, trovare il punto di contatto tra il visibile ed l’invisibile, tra il vuoto e il pieno della materia plasmata e l’ambiente circostante.
Le prime opere sono legate soprattutto alla verticalità e all’esigenza di dominare la materia, le sculture diventano luoghi da abitare, percorrere, vivere con il corpo e la voce.
Il “Menhir”, realizzato in ferro e liberamente ispirato alle grosse pietre oblunghe piantate nel terreno verticalmente, tipiche di alcune civiltà preistoriche, dalla fortissima valenza religiosa e culturale, ha in sé una tensione verticale e un senso dell’estensione che può essere associato ad un vero e proprio “indicatore di energia”, “luogo del congiungimento” tra il cielo e la terra, tra ciò che sta sopra la nostra testa e ciò che sta sotto i nostri piedi.

010 Paolo Icaro: Pietre Silenti


Il secondo appuntamento con la rassegna "Xeno: sosta nel contemporaneo" è rappresentato da “Pietre silenti”, la scultura realizzata da Paolo Icaro per lo spazio interno dell’ex chiesa di S. Nicolò, nel centro di Cormons.
La scultura arriva dopo una lunga serie di opere realizzate dall’artista con materiali poveri (gesso, cemento, acciaio, piombo, carta, vetro, creta) che da sempre caratterizzano il suo lavoro.
Provengono dall’Adige le tre pietre in porfido rosso che compongono l’installazione, scelte, frantumate lentamente e successivamente ricomposte attraverso l’utilizzo di fasce in piombo. L’interesse è rivolto al cambiamento e alla trasformazione, alla nuova condizione che si cela tra le crepe della pietra apparentemente impenetrabile, ma ora infranta e capace di evocare storie lontane con il solo silenzio che le appartiene. Un silenzio ricco di parole, di pensieri, attenzioni, in cui la necessità primaria è la riflessione.

009 Gianpietro Carlesso: La Memoria del Bosco


Il primo appuntamento con la rassegna "Xeno: sosta nel contemporaneo" a cura di Cristina Feresin, nata da desiderio di avvicinare il pubblico all’arte contemporanea attraverso esposizioni di artisti attivi sia a livello nazionale che internazionale, è stata l'istallazione intitolata “La memoria del bosco” di Gianpietro Carlesso.
“La memoria del bosco” è una scultura di grandi dimensioni realizzata in legno di rovere e allestita su un basamento di terra naturale. L'opera rappresenta un seme, corpo riproduttivo delle piante e involucro dell’embrione; principio primo, progenitore.
L’arte di Gianpietro Carlesso si è sempre nutrita dell’elemento naturale. Sul fronte iconografico negli ultimi anni ha sviluppato un interessante lavoro sulle forme vegetali, sulle mille sfaccettature intrinseche, sulla perfezione geometrica e biologica degli organismi viventi, tanto da creare opere originali in cui emerge l’interesse dello scultore per tutto ciò che è dotato di vita e, soprattutto, la genera.

008 Fotografa la Viarte


Per tre edizioni consecutive, dal 2003 al 2005, E-20 ha partecipato alla Festa da Viarte di Cormòns con una propria iniziativa, il concorso di fotografia “Fotografa la Viarte”. Grazie ad un diverso tema suggerito di anno in anno e tramite la distribuzione ai partecipanti di macchine fotografiche usa e getta, il tentativo era quello di ampliare il più possibile la partecipazione al concorso e, anche tramite la fotografia, alla festa stessa.
Per ogni edizione c'era poi stata una esposizione delle migliori foto di tutti i partecipanti accompagnata dalle premiazioni dei vincitori del concorso.

007 Entrata Libera


L’esposizione delle opere di "Entrata libera" in concorso si inaugurava venerdì 26 novembre 2004
Con "Entrata libera", concorso per le arti visive, E-20 metteva a disposizione il proprio spazio a quanti operano nel ambito dell’arte visiva e della comunicazione artistica attraverso le varie discipline e con tutte le tecniche.
Il concorso, come descritto nel bando di partecipazione era a tema libero e si caratterizzava tramite la presentazione di un’opera parietale dalle dimensioni prestabilite di cm 30 x 30.
Il vincitore sarebbe stato indicato tramite la votazione degli artisti partecipanti al concorso.
La singolarità della scelta metodologica lasciava spazio ad un’ipotesi espositiva dal risultato imprevedibile nella sua visione d’insieme.

006 Valentino Vago: Orizzonti Informali


Inaugurata venerdì 8 ottobre 2004, la mostra di Valentino Vago, "Orizzonti informali - Opere dal 1956 al 1965", a cura di Franca Marri, esponeva i lavori relativi al primo periodo del maestro milanese a testimonianza del legame con l’esperienza informale, intesa come ricerca volta a cogliere l’aspetto originario delle cose e dell’esistenza.
Accanto ad alcune opere caratterizzate da un forte impianto compositivo e da un’intensa materia pittorica, venivano proposti i dipinti dove il colore, attraversato dalla luce, diviene progressivamente più trasparente, leggero ed evocativo.
Agli incastri di dense zone cromatiche dal sapore potentemente architettonico si succedono limpide atmosfere luminose che alludono a nuove profondità spaziali nella graduale smaterializzazione della superficie.

005 Romano Ferlan Assonanze: Forma e Materia


Inaugurata giovedì 8 luglio 2004, la personale del fotografo Romano Ferlan intitolata “Assonanze: forma e materia”, si pone all’interno di un continuum espositivo che parte dagli anni sessanta e, attraversando diversi movimenti artistici come lo spazialismo, il concettuale e land art, anticipa le future esposizioni legate all’arte informale.
Le opere esposte erano suddivise in due sezioni: nella prima sezione Ferlan raccoglie l’eredità della pittura informale e la reinterpreta attraverso l’uso della fotografia con l’obiettivo di cogliere l’aspetto “emozionante” della trasformazione degli scarti della civiltà industriale. Nella seconda, dedicata alla sperimentazione, Ferlan gioca con il linguaggio pubblicitario stravolgendone le regole. Le immagini pubblicitarie, trattate in modo non convenzionale mediante l’uso della tecnica spray, richiamano i grandi cartelloni pubblicitari.

004 Werner Tscholl: Architetture 1993-2002


Inaugurata venerdì 14 maggio 1994, l'esposizione “Werner Tscholl – Architetture 1993-2002” presentava l'opera di una delle personalità più interessanti di una generazione di architetti altoatesini che in questi anni, assieme a colleghi austriaci e svizzeri, hanno prodotto una lunga e coerente serie di architetture in grado di originare un colto avvicendamento nella forte tradizione locale.
I progetti di Tscholl spaziano dall'ambito privato, per lo più abitazioni unifamiliari e uffici, a progetti destinati alla comunità. La matrice che qualifica il suo lavoro è il codice razionalista; nei suoi progetti si alterna l'uso di materiali tecnologici e tradizionali, contestualizzati e attualizzati, nel quadro di una raffinata opera compositiva coniugata all'utilizzo delle più aggiornate tecnologie di risparmio energetico.

003 Gianpietro Sono Fazion: Opere e Non


Inaugurata sabato 6 marzo 2004, la mostra “Gianpietro Sono Fazion: Opere e non” documentava il lavoro di Land Art realizzato dall'autore negli anni '70 attraverso una selezione di ventisette fotografie in bianco e nero, provenienti dalla collezione del Museion, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano
Le immagini illustravano la ricerca dell’autore sul concetto di identità nell’evoluzione di un personale percorso creativo, che rispecchia, al tempo stesso, un preciso periodo storico del pensiero concettuale dell’arte in relazione al territorio.

Parallelamente al piano inferiore giovedì 11 marzo 2004 veniva inaugurata la mostra “Ernesto Paulin: Tra cielo e terra”, con modelli, fotografie di installazioni e disegni dell'artista.

002 Felice Canonico: Apertura


Inaugurata martedì 16.12.2003, "Apertura" proponeva le opere di Felice Canonico appartenenti al ciclo degli Stacchi e realizzate negli anni ’60.
L'artista, nato a Messina nel 1922, fu protagonista a Milano, assieme a Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Bruno Munari, Enrico Baj, Emilio Vedova, Afro, dell’avanguardia artistica del dopoguerra.
Le cornici aperte di Felice Canonico mettono in discussione lo stato ordinario del perimetro visivo, rivelando altri spazi attraverso rotazioni a cerniera di segmenti di esse. Una sorta di “vuoto d’aria”, un sussulto visivo che spiazza l’occhio, un’inaspettata visione spaziale che evidenzia la sovrapposizione dei piani costruttivi.

Ad accompagnare l'esposizione, una piccola rassegna di opere su carta di Franco Dugo, Roberto Kusterle, Paolo Figar, Gianpietro Carlesso e sculture di Giorgio Valvassori e Roberto Nanut.

001 Piovono Pietre

La data è quella del 15.12.2002: E-20 inizia la propria attività sul campo presentando alla cittadinanza “Piovono pietre”, progetto di arredo urbano permanente per la città di Cormòns.
Sul Monte Quarin, lungo il sentiero del Porton Ros, dieci pietre segneranno dieci momenti di riflessione suggeriti da citazioni di autori senza tempo.
Un invito a meditare sull'uomo, sul mondo e anche sul fatto che “tutte le generalizzazioni sono pericolose, perfino questa” (Alexandre Dumas).